Occhi

Una volta mi hai detto che l’occhio umano è l’invenzione più solitaria di Dio. Tutto il mondo che attraversa la pupilla eppure la pupilla non trattiene niente. L’occhio, da solo nella sua orbita, non sa neanche che ce n’è un altro proprio come lui, a pochi centimetri di distanza, altrettanto affamato, altrettanto vacuo.

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BombaCalendario

Officina di espressioni creative
Sabato 23 marzo – ore 15-18
Villa Malta – Via di Porta Pinciana, 1 (Roma)
Tema: Il corpo – Gli occhi
OpenLab: laboratorio di lettura
Lunedì 25 marzo – ore 19-20.30
Su zoom (per chiedere il link: [email protected])

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Cuore e Cervello

Follow me! Cuore e cervello

Per introdurre il tema di questo mese, bisogna innanzitutto riconoscere che prendere in considerazione anche solo una di queste componenti del nostro corpo, cuore e cervello, sarebbe bastato a riempire pagine di analisi e intavolare ore di discorsi. Quel che vorremmo fare, però, questo mese, è osservare cosa succede quando cuore e cervello – emotività e razionalità – si incontrano o si scontrano. Parliamo di due facce della stessa medaglia, entrambe fondamentali nell’identità di ognuno di noi e da tenere il più possibile in equilibrio. Non si può agire sempre e solo d’impulso, seguendo l’istinto e l’emozione del momento, così come forse sarebbe riduttivo agire sempre in maniera puramente logica e razionale. Nella mancanza di equilibrio tra cuore e cervello possono nascere conflitti insanabili, di cui la letteratura e le arti si sono sempre nutrite. 

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La barriera della pelle

Ricordo che la prima volta che sentii parlare di Re Mida ero all’asilo. La maestra ci raccontò la storia dell’avido sovrano della Frigia che chiede agli dei di poter mutare in oro tutto ciò che la sua pelle tocca. Dioniso lo accontenta e il re vede il suo sogno realizzato. Si prepara a diventare l’uomo più ricco del mondo, trasformando tutti i mobili della sua reggia, i pavimenti, le pareti, i suoi vestiti in oggetti del prezioso metallo. Mida si esalta, scoppia di gioia, fino a quando non si rende conto che anche il cibo che desidera mangiare e l’acqua che vorrebbe bere sono destinati a trasformarsi in oro non appena toccano la sua bocca. Il sovrano si accorge che il suo desiderio lo ha condannato a morte e lo ha reso un pericolo per le persone che ama, dal momento che ogni suo abbraccio o carezza le trasformerebbe in statue metalliche, provocandone la morte. Re Mida alla fine è costretto a supplicare Dioniso di cancellare il proprio desiderio.  

Il mito, raccontato anche da Ovidio nelle Metamorfosi, è perfetto per insegnare ai bambini quale sia il pericolo insito nell’avidità ma anche l’importanza del cibo e quella degli affetti. Non stupisce quindi che Dysney ne abbia tratto un cartone animato già nel 1935, inserendolo nelle sue Silly Symphony

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La pelle 

Mi sembra solo ieri che credevo
che sotto la pelle non ci fosse altro che luce.
Se mi tagliavi non potevo che splendere.
Ma ora quando cado sui marciapiedi della vita,
mi pelo le ginocchia. Sanguino.

“Compiendo dieci anni”, Billy Collins

È con la strofa finale di questa poesia che vogliamo segnare il passaggio dal sangue — tema dello scorso mese — alla pelle. Come abbiamo visto, il sangue è ciò che scorre fluido nei nostri corpi, ed è ciò che scorrendo ci unisce gli uni agli altri. La pelle, di contro, ci separa: è un confine fra corpi, ci distingue gli uni dagli altri e dunque ci rende individui.

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Il sangue

Si dice che il sangue sia più denso dell’acqua. Ci definisce, ci lega, ci maledice.

Dark Shadows, 2012
"Dracula con una sua vittima in cammino verso il suo castello", Marion Fernhout

Non credo che, pur provando, riuscirei a dare una definizione di “sangue” più esaustiva e allo stesso tempo concisa di questa – tratta dal film Dark Shadows, non a caso un film sui vampiri. Perché il sangue è effettivamente una componente del nostro corpo a cui sono stati attribuiti significati che toccano diverse sfere della nostra esistenza, dalla nostra identità, al fare parte di una comunità – che sia una famiglia o un gruppo etnico o una nazionalità – per arrivare ai significati più mistici

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La voce

Nell’indagine che quest’anno BombaCarta si propone di svolgere intorno al corpo umano potrebbe apparire peculiare la scelta di iniziare dalla voce. Tra tutte le parti del corpo, la voce sembra essere infatti la più immateriale, impalpabile, invisibile, tanto che anche il solo definirla una “parte del corpo” pare essere un azzardo. Per altro verso, tuttavia, la voce rappresenta uno degli elementi che rendono maggiormente riconoscibile un individuo, consentendogli di comunicare ed esprimere la propria gamma di emozioni, pur rimanendo in qualche modo invariata nel proprio inconfondibile suono. Non a caso, in senso figurato, si dice spesso che un artista debba “trovare la propria voce”, avendo riguardo non tanto allo stile, quanto a quello specifico elemento – immateriale, impalpabile, invisibile – in grado di distinguerlo da tutti gli altri. Ma cosa intendiamo, quando parliamo di voce?

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Corpo senza anima

La parola corpo – soma (σῶμα) è stata spesso associata dagli antichi Greci alla parola sema (σῆμα) – tomba, in contrapposizione alla parola anima – psyché (ψυχή), vita. Dunque, corpo-tomba in contrapposizione ad anima-vita.

Omero, ad esempio, tutte le volte in cui nell’Iliade usa la parola corpo (σῶμα) si riferisce a corpi senza vita, a cadaveri.

Così Platone, che riprende le concezioni orfico-pitagoriche del dualismo corpo-anima:

Dicono alcuni che il corpo (σῶμα, soma) è séma (σῆμα, segno, tomba) dell’anima, quasi che ella vi sia sepolta durante la vita presente (…). Però mi sembra assai piú probabile che questo nome lo abbiano posto i seguaci di Orfeo; come a dire che l’anima paghi la pena delle colpe che deve pagare, e perciò abbia intorno a sé, affinché si salvi, questa cintura corporea a immagine di una prigione; e cosí il corpo, come il nome stesso significa, è séma (custodia) dell’anima finché essa non abbia pagato compiutamente ciò che deve pagare.” (Platone, Cratilo)

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